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Presepio vivente

Il Presepio in pietra

Com'è noto, il "Presepio" è simbolo di Cristianità e culla di una ultrasecolare tradizione profonda e radicata. A Cassano, in Italia, nel mondo, ci si organizza in mille modi per addobbare a festa strade e piazze; nelle case, particolarmente nelle più povere, si è impegnati a costruire il "Presepio". Un rito che accompagna il corso del tempo, e seppur con qualche tocco di modernità, rimane tutto sommato fedele ai canoni di una classicità sempre attuale.

La sacra rappresentazione della Natività (ideata da S. Francesco d'Assisi nel 1223 ed allestita nella Grotta del Convento di Greccio, e poi diffusa nell'intera Europa), è una tradizione tuttora viva a Cassano, anzi, negli ultimi tempi va rafforzandosi. Sarà per la presenza dell'ultrasecolare Santuario di "S. Maria degli Angeli", ove sono racchiusi alcuni tesori dell'arte e dell'architettura di tutti i tempi; sarà per il suo ruolo di "Cittadina Mariana"; sarà per il suo ruolo di "luogo di villeggiatura" e "stazione climatica"; sarà per la presenza del settantenne rinomato "Bosco Mercadante".

Annualmente, sin dal giorno di Santa Lucia, in gran parte delle case e delle chiese si nota un gran da fare con alberi, statuette di ogni tipo, stelle comete, piccole lampadine multicolore, carte colorate con stelle e altro materiale di vario genere. Allestito nei modi più svariati (di polistirolo, di sughero, di carta pesta, di radici di alberi secolari, ecc.) il presepe a Cassano ha ancora un posto privilegiato tra i riti e le usanze natalizie. Un tempo si allestiva nella maniera più semplice; oggi, invece, risente lievemente degli slanci impressi dalla modernità.

Il presepe, in qualunque modo si faccia e in qualunque modo si allestisca, rimane sempre e comunque il pezzo forte della natività cassanese. Lo confermano l'attaccamento, la passione e la devozione di tanti "cultori" delle sacre rappresentazioni che ogni anno sembrano tornare bambini di fronte al muschio, ai laghi di carta stagnola e ai pupi collocati con maestria e inseriti nei loro graziosi ambienti di lavoro. La rappresentazione è naturalmente caratterizzata da una grande Grotta ospitante la Sacra Famiglia, Angeli, pecore, arricchita anche da elementi estranei alla cultura locale.

Il "presepio" viene realizzato anche nelle principali Chiese cassanesi, ove acquista un significato ancora più particolare, circondato da un'atmosfera mistica e ancora più profonda.

Certo è che Cassano delle Murge è diventata anche una delle mete natalizie più amate, e non solo per i pugliesi. Insieme alla devozione alla "Madonna degli Angeli", il "Presepio della Grotta", è l'eredità più bella che i Francescani hanno lasciato ai Cassanesi. Infatti, la puntata natalizia a Cassano delle Murge permette, soprattutto, di immergersi nella magica atmosfera del monumentale "Presepio del Convento", uno dei più belli e antichi d'Italia. Questa preziosa opera scultorea è collocata in una grotta naturale del quattrocentesco Santuario di "S. Maria degli Angeli", sull'omonima collina, a circa un chilometro e mezzo dal Borgo Medievale. La scolpì, verso la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento, in pietra policroma e con statue a grandezza naturale, il nostro Paolo da Cassano, emerito scultore rinascimentale.

Oltre al Presepio di Cassano Murge, che gode di una meritata fama nelle più antiche fonti locali, Paolo da Cassano ha eseguito diverse altre opere di pregiata fattura artistica, come i due gruppi presepiali in Bari, tuttora custoditi presso la Pinacoteca Provinciale e l'ex Monastero di Santa Scolastica; un altro presepe, invece, già esistente nella Chiesa di Santa Maria dei Martiri in Molfetta fino agli ultimi anni dell'Ottocento, non resta traccia alcuna.

Si può, quindi, affermare che la tradizione del Presepio è profondamente radicata in quasi tutte le famiglie cassanesi. Sopravvive, nonostante il diffondersi dell'altra squisitamente nordica, dell'Albero di Natale, ammantato di neve e sfolgorante di luci e palloncini multicolori. Un rito rimasto a Cassano quasi immutato da ben cinquecento anni.

Il "Presepe Vivente"

 

Forte di questa antica tradizione, da qualche anno Cassano è tutta un rifiorire di Presepi, proprio come avveniva nel Cinquecento, Seicento e Settecento. Questa riscoperta si è sviluppata al punto che anche a Cassano si propone il "Presepio Vivente".

 

Grande merito va ascritto alla locale Associazione "La Murgianella" che, sin dal 1989, con spirito di abnegazione e sacrificio, ha curato e realizzato per ben dodici edizioni le relative manifestazioni popolari all'insegna del Santo Natale.

 

I personaggi, più o meno fedeli, sono giovani del posto che si immedesimano nei pastori, nei Re Magi, nella Madonna e San Giuseppe, ecc. Un'esperienza che coinvolge tutto il paese, con i più anziani che collaborano, sebbene preferiscano il presepio fatto in casa, costruito con le proprie mani e con l'odore di muschio fresco che riempie la stanza.

Le "Tradizioni Cassanesi"

Il Natale, quello cassanese, è fatto anche di odori: del muschio del presepe, degli agrumi con i quali qualcuno addobba ancora l'albero, della cannella, del seme di garofano, del vincotto, che ritornano man mano che riapriamo quel segreto ricettario che le nostre nonne conservano gelosamente. E così il Natale diventa sempre più "nostro".

E' il Natale della pasta molto lievitata che, buttata nell'olio bollente, assume forme strane che nessuno scultore riuscirebbe mai a realizzare: le "pettole", che i nostri nonni chiamavano il "pane dei poveri" (deliziose frittelle poco più grandi di una pallina di pin-pong, dall'impasto morbido composto da farina, acqua, un pizzico di sale e un po' di zucchero). Secondo la tradizione popolare, questi tipici alimenti natalizi rappresenterebbero i morbidi "guanciali" su cui Gesù Bambino venne posto appena nato.

E' il Natale delle "cartellate" (pasta sfoglia arricciata a chiocciola, fritta in olio o al forno, e poi imbevuta di vincotto). E' il Natale dei "puercedduzz" (pezzetti di pasta all'uovo che si arricciano su una cesta in modo da far risaltare, sulla tenera pasta, i solchi dei vimini. Fritti in olio abbondante, vengono poi affogati in un "mare" di vin cotto. Il riccio (come pure quello delle "cartellate") vuol significare nell'immaginario popolare le lenzuola che coprirono il Bambino Gesù.

E' il Natale "du vicc'" (tacchino) e "du' uagnill'" (agnello) alla brace. Ma è anche il Natale dei giochi-passatempo: tombola, oca e mercante in fiera.