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Fiera del Bestiame

La "Fiera della Madonna"

La popolazione Cassanese, come accade ormai da circa 750 anni, ricorda la "Madonna degli Angeli" con i festeggiamenti in suo onore. Un culto che affonda le sue radici nella storia remota del paese. Originariamente, la sacra immagine della Protettrice veniva festeggiata sullo spiazzale dell'omonimo Santuario-Convento, fino a quando, essendo divenuto lo spazio insufficiente,la festa civile, religiosa e la "Fiera della Madonna" furono trasferite in paese, dove tuttora si svolgono nei tradizionali giorni 1, 2 e 3 Agosto.

La "Fiera del bestiame, di attrezzi agricoli e merci varie"

Fu tale lo sviluppo di attività attorno alla rigogliosa Casa Conventuale, che l'Università di Cassano (attuale Comune) ottenne dal Re di Francia, Carlo VIII, con diploma del 25 Aprile 1495, le franchigie per otto giorni per la istituzione di una fiera attorno al Convento stesso. Tale privilegio fu confermato nel 1504 dal Gran Capitano Consalvo di Cordova, con la istituzione di un locale "maestro di fiera", che era il Sindaco pro tempore, e al quale spettava la giurisdizione civile, criminale e mista per otto giorni a cominciare dal primo Agosto, tenendo il banco di giustizia presso il Convento. "In tale occasione - si legge in antichissime cronache - l'Università celebrava a sue spese la festa ottenendosi anche una seconda fiera per il primo Maggio" (poi "venduta" ai "cugini acquavivesi" in cambio di alcuni pozzi di Conetto...).

I diritti affidati al predetto maestro di fiera furono tenacemente osteggiati dai Principi della vicina Acquaviva che, rifacendosi ai più antichi privilegi, cercarono sempre di negare un utile territorio all'Università di Cassano e molte furono le contese di ogni genere da tale questione suscitate; ma Cassano ebbe sempre ragione dalle varie Corti giudicanti e conservò il privilegio fino al 1786. Finalmente, dal R. Decreto del 2 Dicembre 1823 il privilegio della "Fiera di Agosto" fu riconfermato e poco tempo dopo, essendosi messe a coltivo le terre circostanti al Convento, la fiera, ridotta ai giorni 1 e 2 Agosto soltanto, fu trasferita dallo spiazzo del Convento al centro abitato, dove tutt'oggi si svolge.

Sicché, per la fiera, trasferita in paese, fu realizzato appositamente uno spiazzo alla "Fontana Vecchia", l'attuale Piazza Garibaldi, espropriando, comprando e sistemando. Lo stesso spiazzo serviva, a fine festa, anche per lo "sparo" dei caratteristici fuochi artificiali, tanto che tuttora viene chiamato "da for' u spare".

Dal giorno precedente e nel cuore della notte, arrivavano greggi, armenti e branchi di equini, creando un'atmosfera chiassosa e rumorosa. Fra gli animali non mancavano bovini, agnelli, pecore, capre e capretti; tacchini, galli e galline, pulcini, conigli, papere, canarini, merli e... tanti porcellini, che poi venivano sacrificati per le feste natalizie. E vi erano anche attrezzi agricoli: zappe, falci, forconi, rastrelli, aratri di legno, vomeri, "rasole", "margiali" (manici per le zappe), forbici per la pota. I cittadini, piccoli e grandi, uomini e donne, non dormivano, perché volevano vedere arrivare i pastori e i commercianti, gli zingari e i compratori.

I cassanesi, per tutto il giorno, incuriositi, osservavano i cavalli, gli asini e i muli che venivano provati al traino di carri dalle ruote legate, per dare prova della loro forza e robustezza. Si curiosava anche intorno ai venditori di ornamenti per animali e di funi, di catene e di tende per raccogliere olive e mandorle, di grassi per attrezzi di cuoio, di botti per contenimento vino, di fusti, di barili, di tini per la fermentazione del mosto e di scale di legno; tante scale, uscite scorticate da lunghi alberi di ulivi.

Curiosità e venditori che ancora oggi si riscontrano quasi a testimoniare e a conservare la genuinità dei tempi antichi. Le donne passano tra i venditori di frutta fresca e secca, di olive in acqua e alla "calce", di salumi e formaggi, di giocattoli per bambini, di coperte, di tessuti, di attrezzi vari per la casa e per la cucina, in particolare recipienti di cretaglie (pignatidd' e tiedd' d' crete), piatti, bicchieri, bracieri ed altri oggetti di "ramaross", di indumenti usati, di calzature, di ombrelli e di numerose altre mercanzie. Si fermano, guardano, toccano, chiedono il prezzo, "contrattano", comprano e si soffermano anche con amici e vicini di casa, scambiandosi le impressioni.

I commercianti, nelle prime ore del pomeriggio, cominciano ad andare via; rimangono tutti gli altri, che partono l'indomani a chiusura della "festa".

Ora, in virtù dei mezzi celeri di trasporto, la fiera si popola e si spopola in poche ore, ma la caratteristica dei secoli trascorsi, è rimasta quasi la stessa...